La Colonna Infame ovvero i pericoli delle malelingue

I medici durante le epidemie di peste si vestivano così. La vicenda della colonna infame ha avuto luogo a Milano nell’estate del 1630

LA COLONNA INFAME E IL METEO

Lo sai com'era il tempo la mattina del 21 giugno 1630?

Se devo essere sincero, non me lo sono mai chiesto. Ma suppongo che facesse caldo, visto il periodo dell'anno.

No, pioveva forte.

Ah. E come fai a saperlo? Cioè, come hanno fatto scoprirlo? Immagino che tu lo abbia letto o abbia visto un video o che qualcuno te l'abbia detto.

Le prime due. Lo sappiamo perché la pioggia ha avuto un ruolo molto importante nella vicenda della Colonna Infame.

Sì, immaginavo che ci fosse di mezzo qualche evento storico. Raccontami.

I FATTI

Prima di tutto, sai che cos'era la Colonna Infame?

Ne ho sentito parlare ma non so bene che cosa fosse.

Era una colonna che si trovava in via Gian Giacomo Mora. Lo sai dov'è?

Una traversa di corso di Porta Ticinese, mi sembra.

Bravo. Le autorità giudiziarie l'avevano eretta davanti alla bottega di Gian Giacomo Mora, che era un barbiere. Anzi, per essere precisi davanti al posto in cui c'era stata la sua bottega. Infatti, prima di mettere lì la colonna la distrussero.

Poverino.

E pensa che questa è la cosa migliore che gli è capitata. In questa vicenda, ovvio.

Ah sì? Che cosa gli è successo?

Prima lo hanno torturato, spaccandogli anche i legamenti e le ossa a una a una. Poi lo hanno messo su un carro per esporlo all'ira della folla. Non contenti lo hanno messo alla ruota e poi lo hanno bruciato. Infine, hanno buttato le ceneri nel canale della Vetra. Idem a Guglielmo Piazza.

Chi era Guglielmo Piazza? E che cosa avevano fatto?

Ti rispondo prima alla seconda domanda. Non avevano fatto niente ma furono accusati di essere due untori cioè di spargere il morbo della peste con un miscuglio preparato con feci e bava di cadavere.

Mica si diffondeva così la peste. Ci pensavano le pulci dei ratti.

Noi lo sappiamo ma la gente di quei tempi no.

È vero. Prima hai parlato di un'altra persona. Chi era?

Guglielmo Piazza, il responsabile della sanità pubblica. E ritorniamo alla mattina del 21 giugno 1630. Abbiamo detto che è importante il fatto che piovesse.

Infatti. Ma non ho ancora capito perché.

Perché Guglielmo Piazza per ripararsi camminava rasente ai muri. Era lì perché doveva annotare qualcosa e scriveva con una penna a calamaio. Una donna, tale Rosa Caterina, lo vide e pensò che stesse cospargendo sulle porte qualche sostanza in grado di trasmettere la peste. Poi lo vide salutare Mora e penso che i due fossero in combutta. Ho letto che i due manco si conoscevano. Ma per Rosa i due erano complici e quello non era stato un saluto bensì un cenno d'intesa. La voce si sparse velocemente, anche perché non era un'invenzione di quella donna l'idea che il morbo si potesse diffondere così, e arrivò al Capitano di Giustizia. Il primo indizio furono le maniglie lucide. Molto probabilmente erano così a causa della vernice. Purtroppo, le autorità di quel tempo non la pensarono così. Piazza fu torturato in modo così atroce che confessò quello che non aveva fatto e la correità del barbiere, nella cui bottega fu trovata una bacinella con dentro una sostanza vischiosa e giallastra. In realtà, si trattava del fondo della rasca, una specie di sapone fatto con acqua e cenere. Invece, per loro era l'unguento fabbricato per far ammalare le persone. Il resto lo sai.

No. Perché hanno eretto una colonna davanti alla bottega di Giangiacomo Mora?

Penso per un misto tra monito, vanto e punizione post mortem. Pensa che i figli furono dichiarati stranieri e che era vietato comprare da loro.

LA COLONNA INFAME OGGI

Poi che fine ha fatto la colonna?

Nel 1778 gli austriaci la fecero abbattere. Se vai in via Gian Giacomo Mora trovi una targa che ricorda la vicenda. Naturalmente, è dalla parte dei due innocenti.

Andrò a vederla.

Invece, al Castello Sforzesco puoi vedere il testo della lapide che c’era sulla colonna. Intanto, ti metto il link alla pagina di Wikipedia così puoi leggerlo più agevolmente. Trovi sia l’’originale, in latino del XVII secolo, sia la traduzione.

Grazie.

Considera che parla di quello che hanno fatto le autorità come una cosa giusta.

Certo.

Lo sai che Alessandro Manzoni ha scritto un libro intitolato Storia della colonna infame? Un libro che condanna quello che hanno fatto a queste due persone.

No, non lo sapevo.

All'inizio, doveva far parte dei Promessi Sposi ma poi, siccome era lungo, ha deciso di pubblicarlo a parte.

Una specie di spin off.

Diciamo di sì.

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