Quali sono le zone di Milano presenti nei brani di Jannacci?

Enzo Jannacci è morto a Milano il 29 marzo 2013. La sua tomba si trova al Monumentale, nella cripta del Famedio. In questo decennale non potevamo non dedicargli un articolo. Abbiamo deciso di farlo rispondendo a una domanda: quali sono le zone di Milano che sono presenti nelle sue canzoni? 

MILANO (E NON SOLO) E LA MUSICA DI ENZO JANNACCI 

Alcuni brani nominano delle zone della città. Altri no ma la presenza di certi punti della città si sente (oppure, possiamo fare delle ipotesi).

Faremo un cenno anche a posti fuori Milano di cui Jannacci ha parlato nelle sue canzoni (solo a quelli che facevano parte del Ducato di Milano).

Non sono tutte sue. La maggior parte sì, ma di altre è stato solo l'interprete più famoso. Altre ancora le ha cantate lui e le hanno cantate altre celebrità del panorama musicale milanese.

Questo taglio ci ha obbligato a escludere dall'articolo capolavori come La fotografia, il Gruista o Mario: Milano non c'è. Anche se i grattacieli de il Gruista…

Per il motivo opposto (abbondanza), non abbiamo inserito La Ballilla: sarebbe stato difficile darle un ordine in poche righe. Dovremmo dedicarle un articolo.

Chiudiamo questa premessa ricordando due album: La Milano di Enzo Jannacci e Milano 3.6.2005. Il 3 giugno era il suo compleanno (1935).

Alessandria

Soldato Nencini/soldato d'Italia/semianalfabeta, schedato “terrone”/l'han messo a Alessandria perché c'è più nebbia.

Il pezzo s'intitola proprio Soldato Nencini. Il protagonista è un rappresentante di quell'umanità fatta di ultimi verso cui Jannacci ha mostrato sempre molta empatia.

Baggio

Il protagonista di Prendeva il treno vive a Baggio. Anzi, dietro a Baggio. Va al lavoro in bicicletta ma per conquistare una collega, che gli fa notare che non è fine, inizia a prendere il treno, sempre dietro a Baggio (a San Cristoforo?). E continua a prenderlo anche dopo che l'hanno licenziato perché l'hanno beccato a tagliare i fiori delle lamiere per regalarli alla collega.

Breda

La prima scena di Andava a Rogoredo si svolge vicino alla Breda, dove i due si conoscono. La seconda alla Fiera, dove lui la porta e dove lei sparisce con i soldi. Solo la terza e la quinta si svolgono a Rogoredo, quando lui va a cercare lei e i soldi. La quarta è sul Naviglio, quando lui medita il suicidio.

Caserma di Piazza Novelli

Suo padre era un militare dell'aeronautica e lavorava lì. Sei minuti all'alba è dedicata a lui. 

Chinatown?

L'incipit di Musical è "Davanti al bar di un locale cinese".

Duomo/Piazza del Duomo

Probabilmente è la zona di Milano che Jannacci nomina di più. Infatti, oltre che nella canzone intitolata proprio Il Duomo di Milano, la troviamo in Ti te se no (che  fa parte della colonna sonora de La vita agra) e ne La Forza dell'Amore. Il ritornello di quest'ultima è una sorta di elenco: Porta Romana, Piazza Martini, Piazzale Susa, Piazza Napoli.

Soffermiamoci su Piazza Napoli: è un po' la porta del Giambellino, un quartiere legato a tre personaggi che hanno lavorato con Jannacci: Gaber (naturalmente), Diego Abatantuono e Teo Teocoli, del quale, si dice, parla Il dritto. In ogni caso, ascoltatela (ll dritto) nel duetto con Milva. Per lei Jannacci ha scritto l'album La rossa. Nel disco troviamo alcuni brani citati in questo articolo (Il dritto, Soldato Nencini, Per un basin, E io ho visto un uomo).

Per estensione, mettiamo sotto questa voce anche Aveva un taxi nero perché dice “La notte posteggiava nel centro di Milano”.

Idroscalo

Non solo in El purtava i scarp del tennis ma anche in Parlare col liquido. La voce narrante è un musicista. Dice che preferisce parlare con l'Idroscalo piuttosto che con il Mar Ligure per via del ciff ciaff della risacca. Nel brano il protagonista parla anche con il Naviglio e dice "A me mi prendono proprio perché sono strano'. 

Ortica

Quasi sicuramente sapete che l'autore di Faceva il palo è Walter Valdi.

Piazza Fontana e Piazza Beccaria

Il brano Una tristezza che si chiamasse Maddalena parla di una ragazza morta nella strage del 12 dicembre.

Invece, la seconda parte di T'hoo compràa i calzet de seda è ambientata in piazza Becaria, che confina con piazza Fontana.

Piazza Sant'Ambrogio

È il teatro di Prete Liprando e il Giudizio di Dio. Ci sono anche Como, Biandrate e Venegono. Nella basilica di Sant'Ambrogio hanno fatto i funerali di Jannacci. Como la troviamo anche in Per un basin.

San Siro

È vero, non si parla mai dello stadio nei suoi brani. Però Jannacci è coautore de Il reduce, che fa parte del repertorio di Cochi e Renato. La battuta, abbastanza famosa, è: “Il nemico è a 70 metri; lo stadio di San Siro alle vostre spalle”.

Ma soprattutto, da tifoso rossonero, nomina il Milan in quattro canzoni: Quelli che, Vincenzina e la Fabbrica (scritta per Romanzo Popolare), Se me lo dicevi prima e Quando un musicista di ride. Le ultime due le ha portate a Sanremo.

San Vittore

Il carcere più famoso di Milano lo troviamo in due canzoni, entrambe non sue. La prima è, naturalmente, Ma mi. E la seconda è La ballata del pittore. Scritta da Lino Patruno e da Enrico Medali, possiamo considerarla dei Gufi. Parla di un madonnaro che finisce dentro per aver insultato un vigile colpevole di avergli calpestato un'opera con gli scarponi. In carcere, si vendica dipingendo un Cristo crocefisso vestito come un vigile con gli scarponi.

Via Canonica

“Veronica, il primo amor di tutta via Canonica”.

Abbiamo il dubbio che sia stata scelta solo per la rima. Un po' come via Savona in El me Gatt di Ivan della Mea. Comunque, gli ha dedicato una targa. Inoltre, è vicina a via Londonio.

Infine, Veronica è stata cantata anche da J-Ax, uno dei tanti artisti presenti nella clip di Desolato. Desolato, in cui si vedono molte zone di Milano, come Piazza Gramsci, anche questa vicino a via Canonica, di fatto chiude la carriera di Jannacci.

Via Lomellina:

In E io ho visto un uomo e ne Il Duomo di Milano.

Via Lomellina e in suoi dintorni sono strettamente legati alla vita di Enzo Jannocci. Come la maggior parte dei posti citati in questo articolo, si trovano nel Municipio 4, che infatti gli ha dedicato un percorso fatto di targhe e di murales..

NON SOLO CANZONI (IL MEDICO E I SENZA TETTO)

Sebbene non compaiano nelle canzoni, aggiungiamo due luoghi. Quali?

Via Giovanni Battista Grassi, in cui c'è l'Ospedale Sacco, dove Enzo Jannacci ha lavorato come medico, e via Ortles, dove c'è la casa accoglienza per senza tetto che porta il suo nome. Anche via Ortles è nel Municipio 4.

AGGIORNAMENTO (RECENSIONE DI VENGO ANCH’IO DI VERDELLI)

Siamo andati a vedere il film Enzo Jannacci - Vengo anch'io, il docufilm che Giorgio Verdelli ha presentato (fuori concorso) all’ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Giorgio Verdelli è anche l’autore della sceneggiatura ed è tra i produttori dell’opera (gli altri sono Carlotta Calori, Francesca Cima, Silvia Fiorani, Nicola Giuliano, Viola Prestieri e Gianfranco Romano).

Parte del merito va anche a Paolo Jannacci (da ora in poi nel testo solo Paolo), che ha messo a disposizione l'archivio personale e che ha suonato una versione strumentale di Lettera da lontano e di Vengo anch'io.

Inoltre, Verdelli ha potuto attingere da un’intervista (ancora inedita) che lui stesso ha fatto a Jannacci nel 2005 su un tram (un Carrelli, ça va sans dire).

Il film è rimasto nelle sale solo l’11, il 12 e il 13 settembre (2023).

97 minuti di spezzoni di repertorio (apparizioni in televisione, interviste, pezzi di concerti) e, soprattutto, di testimonianze di chi lo ha conosciuto o di chi non lo ha conosciuto ma comunque lo ha apprezzato.

Il rapporto con gli altri artisti

Il legame con alcuni artisti e il debito di riconoscenza che alcuni di loro hanno con lui sono noti. Gli è sempre stata riconosciuta una certa capacità come talent scout.

Ma ci sono anche delle sorprese. Chi si sarebbe aspettato che tra i suoi estimatori ci fosse Nino Frassica? Tra l'altro, il bravo presentatore ha detto di aver sempre guardato più al modello di comicità milanese che a quello siciliano, nonostante Franco e Ciccio.

E lo sapete che Vasco Rossi custodisce una lettera che gli ha scritto Jannacci? Ha confessato di essersi commosso quando Paolo gliel'ha consegnata, qualche tempo dopo la morte del padre. Il loro rapporto risaliva al 1983, quando Enzo lo invitò a Gransimpatico e cantarono insieme Vita Spericolata. Fu uno dei primi a credere in lui.

Il Blasco, inoltre, per scrivere Siamo solo noi si è ispirato a Quelli che (ha ripreso la struttura ad anafora). Invece, in Vado al massimo cita Messico e Nuvole. È vero, quest'ultima è di Paolo Conte, ma Jannacci ne ha fatto una bella cover. Così come ne ha fatta una di Bartali.

A proposito del suo rapporto con gli altri cantautori, Vecchioni, uno dei primi a parlare nel docufilm di Verdelli, ha affermato:

“Ho sempre considerato Enzo l’unico grande genio musicale della canzone che abbiamo avuto in Italia. Perché, guardate bene, gente grandissima come Guccini o De André rimane comunque su un cliché scontato, cultura e nobiltà della parola, che ha usato in modo eccelso. Invece Enzo fa ciò che non ti aspetti mai, sia nell’umorismo pirandelliano, quello dell’inaspettato, sia nel tragico. Partiva in un modo e tu non sapevi mai dove arrivava e che cosa voleva dire. Però alla fine ti rimaneva qualcosa dentro".

Invece, secondo Paolo Conte è stato il più grande cantautore italiano.

Continuando con questo discorso, si è parlato anche del fatto che gli abbiano riconosciuto la copaternità di Via del campo. In breve, la musica è la stessa de La mia morosa la va alla fonte, scritta da Jannacci prima del capolavoro di De Andrè. Non si è trattato di plagio ma di contaminazione. Del resto, Dori Ghezzi ha dichiarato che i due avevano un buon rapporto e che hanno trovato un accordo facilmente.

Per quanto concerne le collaborazioni, non possiamo non menzionare i duetti che sono stati riproposti nel film: con Milva (Per un basin), con Mia Martini (Io e te e Vincenzina e la fabbrica), con Gaber (Una fetta di limone), Ligabue (Ci vuole orecchio).

C'è anche quello tra Paolo e J-Ax, altro suo fan. Hanno cantato Veronica. J-Ax ha fatto notare che oggi sarebbe impensabile scrivere un brano così per via del politically correct.

Tra gli artisti con i quali si è esibito Enzo, troviamo Paolo Rossi (nel 1997 sono andati insieme a Sanremo con I soliti accordi).

Paolo Rossi ha parlato di quando Jannacci era primo in classifica a Canzonissima con Vengo anch'io no tu no e la settimana dopo ha portato Quando gli zingari arrivarono al mare. Risultato? Penultimo. Enzo si rammaricò: “Nemmeno ultimo. Penultimo”.

Questo fa capire il suo rapporto con il successo: Inesistente.-ha detto Paolo- Ha avuto dei picchi verso l'alto e dei picchi verso il basso. In questo modo, ha mantenuto il proprio equilibrio.

Altre cose interessanti del film

E poi, il calcio. Soprattutto Il Milan. Fabio Treves ha raccontato di quando andavano insieme nei popolari e di quando scrisse il proprio nome su un posto per far credere a tutti che gli fosse stato riservato.

Il rapporto difficile con il cinema: “Meglio il teatro perché a una certa ora si finisce e si va a mangiare una polpetta”.

La sua serietà (un Aspettando Godot recitato impeccabilmente).

La sua capacità di sdrammatizzare (“meglio un’amnesia in scena che in sala operatoria”).

La sua bravura come musicista.

Il suo dono di creare frasi poetiche quasi senza sforzo (mentre Gaber e De Andrè stavano anche un ora su una parola). E di sintetizzare. Verdelli ha detto: Ci manca molto quel suo sorriso stralunato e intelligente capace di catturare con una parola, capace di racchiudere un mondo nel "Perché no". O in un articolo: El purtava i scarp del tennis. “Del” con preposizione articolata. Perché il tennis è un mondo.

La medicina: la cardiologia e l'aneddoto sulla puntura che rimise in sesto Abatantuono, il quale ancora sospetta che la siringa contenesse del Campari.

Il Derby e il gruppo che si era creato.

L'esibizione a Zelig in cui cantò Prete Liprando e il giudizio di Dio e chiese a Claudio Bisio di fare il tamburo. Il pezzo è bello ma quasi nessuno lo porterebbe a un programma di cabaret. Quasi nessuno.

Il suo fare musica impegnata. Una delle prime sue frasi che si sentono nel film è “Non volevo star lì fermo ad aspettare le cose che passano accanto: guerre, dolori, serpi, codardi”.

La fotografia scattata da Guido Harari in cui ci sono tutti e tre: lui, Fo e Gaber.

Il murale che c’è all'Ortica.

Il rapporto con il figlio Paolo.

Milano. Quella Milano che “se perde quel suo avere il cuore in mano, diventa New York”. Sono le parole di un responsabile della Casa dell'Accoglienza "Enzo Jannacci”

La commozione di chi lo ha conosciuto bene. L'affetto di questi artisti mi ha commosso”, ha detto Verdelli durante la presentazione del film.

Chiudiamo parafrasando una frase di Elio: “Jannacci è un classico perché le sue storie sono universali. È vero che El purtava i scarp del tennis si svolge sulla strada che porta all'Idroscalo, ma potrebbe svolgersi ovunque e in qualsiasi epoca”.

Ecco chi è intervenuto

Claudio Bisio;

Cochi Ponzoni;

Dalia Gaberscik;

Diego Abatantuono;

Dori Ghezzi;

Elio;

Francesco Gabbani;

Francesco Guccini;

Gino & Michele;

Guido Harari;

J-Ax;

Massimo Boldi;

Massimo Martelli;

Nino Frassica;

Paolo Conte;

Paolo Jannacci;

Paolo Rossi;

Paolo Tomelleri;

Roberto Vecchioni;

Valerio Lundini;

Vasco Rossi.

Alcune informazioni le abbiamo prese da Onda Rock e dall’Ansa.

Se l’articolo vi è piaciuto, iscrivetevi alla newsletter per non perdere i prossimi.

Indietro
Indietro

La colomba è nata a Milano?

Avanti
Avanti

Che cosa ci ricorda le Cinque Giornate di Milano?