Expo 2015, le riqualificazioni e il rilancio di Milano

Il 2015/2016 fu un anno speciale per Milano perché iniziò con l'Expo e si concluse con la finale di Champions League.

L'arco di tempo è quello che va dal 1 maggio 2015, giorno dell'inaugurazione di Expo, al 28 maggio 2016, giorno della finale tra Real Madrid e Atletico Madrid (1-1 dopo i tempi regolamentari, 5-3 per il Real ai rigori)

Rimanendo in tema calcistico, era dal 2001 che una finale di Champions non si disputava a San Siro (Bayern Monaco-Valencia 0-0, vittoria dei tedeschi ai rigori).

Soprattutto, era dal 1906 che Milano non organizzava un'esposizione universale. Prima ancora, c'era stata quella del 1881. Di quella del XX secolo rimangono le testimonianze sui libri e sui giornali dell'epoca e rimane l'edificio in cui adesso c'è l'Acquario Civico. Sebbene non sia come quello di Genova (anzi, è molto piccolo), vi consigliamo di visitarlo.

Per ospitare Expo 2015, Milano dovette battere la concorrenza di Smirne (Turchia). Era stato il Governo Prodi ad avanzare la candidatura della nostra città, nel 2006.

EXPO MILANO 2015

Adesso parliamo brevemente di quell'evento, a vantaggio di chi all'epoca non era abbastanza grande e quindi non se lo ricorda bene  o non ci è andato. Invece, chi ci è andato e se lo ricorda bene farà un salto indietro nel tempo. Insomma, una specie di operazione nostalgia.

Innanzitutto, l’Expo non si tenne a Milano ma a Rho. Solo il 10% della superficie in cui si svolse si trova nel capoluogo.

Il simbolo era l’Albero della Vita, che di sera si accendeva e faceva dei giochi di luci spettacolari.

La manifestazione era incentrata sul cibo. Il tema conduttore era: “Nutrire il pianeta, energie per la vita”.

Ogni Stato che partecipò lo sviluppò a modo proprio. Facciamo alcuni esempi, prendendoli dai casi meno noti perché su quelli più famosi trovate già del materiale e perché è giusto parlare anche dei Paesi più piccoli, che spesso fanno cose altrettanto interessanti di quelli grandi.

L'Estonia puntò su tre elementi: 1) I boschi 2) Il wifi presente ovunque 3) Il fatto di essere la patria di Skype.

São Tomé e Principe diede risalto al proprio oro nero, il cacao. Infatti, è uno dei primi produttori mondiali.

Il padiglione della Corea del Nord era un trionfo di ginseng.

Adesso tre Stati un po' più pesanti nello scacchiere mondiale.

In quello turco si potevano annusare delle spezie.

La Germania incentrò il progetto sull'energia rinnovabile.

Chi andava nello stand brasiliano poteva saltare su delle reti enormi.

Quasi tutti gli Stati avevano il proprio padiglione: diciamo “quasi” perché alcuni condivisero gli spazi.

In ognuno di essi si potevano acquistare dei prodotti tipici. Inoltre, in molti era possibile pranzare, cenare, fare l'aperitivo.

C'erano anche dei cluster tematici e delle esibizioni

Ci furono anche delle assenze importanti. Per esempio, i Paesi scandinavi.

L’effetto di Expo su Milano

Expo 2015 si chiuse il 31 ottobre. I dati dicono che i visitatori furono 22 milioni. Molti da altre città d'Italia e del resto del mondo.

Non possiamo dire che si sia  trattato di un evento che ha trasformato Milano in una città internazionale perché lo è sempre stata. Ma ha contribuito a valorizzarla, soprattutto da un punto di vista estetico.

A partire da quegli anni, Milano ha smesso di essere un posto dove si va a solo a lavorare, per affari o per la moda.

Lo si è percepito bene nel corso dei Fuori Salone, soprattutto nelle edizioni di quegli anni. La città sprigionava ancora più energia del solito. Inoltre, Fuori Salone è anche un'occasione per vedere posti in cui di solito non si può entrare o cui non si fa caso. Le persone hanno scoperto la bellezza di Milano. Che, infatti, è una delle città più instagrammate.

LA CITTÀ HA CAMBIATO ASPETTO: I GRATTACIELI

Un contributo importante l'ha dato la metamorfosi dello skyline; la Torre Unicredit, il Diamante, Bosco Verticale, che ha vinto il premio come grattacielo più bello del mondo, il Palazzo della Regione, la Torre Isozaki, la Torre di Zaha Hadid.

Non che prima mancassero i grattacieli: il primo risale agli Anni Cinquanta. Si tratta della Torre Breda, che è in Piazza della Repubblica. Alto 116 metri, è stato il primo a superare quota 108, che è l'altezza in cui si trova la Madonnina. E poi, il Grattacielo Pirelli, le torri gemelle di Piazza Piemonte, Torre Rasini a Porta Venezia, i palazzi di Massimiliano Fuksas a Morivione eccetera.

Invece, Boeri ha progettato un grattacielo simile a Bosco Verticale in Cina. Anche quello milanese è opera sua.

Riqualificazioni

Ma non ci sono solo i grattacieli. Vicino a Piazza Gae Aulenti, hanno fatto la Biblioteca degli alberi e la casa della memoria. L’Isola è stata collegata bene con il resto della città. È diventato comodissimo andare a visitare un luogo importante come il Cimitero Monumentale. Si è diffusa la street art. Senza nessun intervento strutturale da parte dell'amministrazione comunale è nato il progetto Nolo, che ha rilanciato la zona Loreto-Pasteur-Rovereto. È un progetto nato dal basso.

Non tutte queste cose hanno un rapporto causa-effetto con Milano Expo 2015: alcune sono addirittura antecedenti (ad esempio, Piazza Gae Aulenti è stata inaugurata nel 2012). Li abbiamo raggruppati perché il processo di cambiamento è nato in quegli anni. E non è ancora terminato.

Si tratta di un cambiamento che ha visto e che vedrà la riqualificazione di molte zone. Facciamo alcuni esempi. Prima della nascita di Piazza Gae Aulenti, quell'area non era certo una delle zone migliori della città.

A Santa Giulia è in fase di realizzazione un'arena in cui si terranno concerti e altri tipi di kermesse.

Anche l'area in cui si tenne Expo Milano 2015 è in fase di riqualificazione. Tra le tante cose, ci sarà uno dei palazzi di legno più alti d'Europa.

L'abbazia di Monluè e il borgo circostante saranno protagonisti di un restyling. 

Insomma, questo rilancio riguarda anche le zone periferiche e ci sono molte iniziative finalizzate a far scoprire e apprezzare quartieri meno noti della città, anche quelli lontani dal centro. Iniziative anche da parte del Comune. 

Si sta diffondendo anche una visione policentrica di Milano, secondo cui ogni quartiere ha la sua peculiarità e la sua bellezza.

Anche il fatto che le Zone siano diventate Municipi è significativo.

Non mancano i progetti e le realizzazioni che riguardano le cascine, il km 0, la riduzione delle emissioni e nemmeno quelli solidali.

A dire il vero, ad alcuni di questi fattori veniva data importanza anche prima ma adesso sono di più e sono più di dominio pubblico.

PASSATO E PRESENTE

Immaginiamo una  persona che ha lasciato la città una decina di anni prima di Expo, una persona che ha vissuto la Milano condominio di Gabriele Albertini. Se tornasse oggi, tra grattacieli, bike sharing e piste ciclabili (volute anche dalla Moratti), si troverebbe un po' spaesata.

Quella Milano non era male ma era un po' stagnante. Addirittura, ci fu un periodo in cui il Duomo era occultato da dei pannelli. No, non si trattò di una performance di Christo, che in passato aveva impacchettato la statua di Vittorio Emanuele, ma di un restauro.

Alcune persone dissero: «A Milano di bello c'è solo il Duomo e lo nascondono».

È passata una quindicina d'anni ma sembra un secolo.

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